Baricco VS Baricco
Lettura semicritica del saggio “The Game”
Titolo: The Game
Autore: Alessandro Baricco
Data pubblicazione: Ottobre 2018
Lingua Italiana
EAN 9788806235550
Pagine 325
The Game di Alessandro Baricco
Che lo debba leggere, è fuori discussione!
Più difficile trovare una chiave che esimi da due rischi opposti: fascinazione e rifiuto preconcetto.
Fascinazione
“The Game” è un’accurata descrizione della civiltà digitale, frutto, a detta dell’autore, di un’insurrezione ispirata da visioni utopiche, a riparazione dei danni e disastri prodotti dalla cultura novecentesca.
Per chi sia propenso all’innovazione è quindi facile subirne acriticamente il fascino, là dove descrive con evidente partecipazione ammirata le fasi e gli esiti che questa rivoluzione ha prodotto nei modelli di vita, organizzazione del lavoro, commercio, abitudini e valori.
“L’idea di un’UMANITA’ AUMENTATA ha iniziato a farsi strada e l’idea di farne parte è risultata più avvincente …" 1
Rifiuto preconcetto
Per chi, conservativo, nutra dubbi sugli esiti del dilagare della cultura digitale, troppo spesso superficiale, approssimativa e incapace di riflessioni strutturate, è facile cadere nella tentazione di un rifiuto “tout court”. Buttando via, avremmo detto nel novecento, il bambino con l’acqua sporca.
In media res
Baricco si destreggia sapientemente e costruisce un percorso logico, un “viaggio” con tanto di mappe, strutturato e sequenziale, che evita i due opposti rischi indicati e che potremmo idealmente esemplificare:
- descrizione anatomica, puntuale ed articolata, delle fasi dell’insurrezione;
- ammirata partecipazione agli esiti che ha prodotto;
- denuncia dei rischi;
- giudizio positivo finale.
Parla della paura, che definisce bussola del suo viaggio, ma poi alla fine ci rassicura.
Ad esempio: “
stiamo generando una società molto brillante, ma che non sembra in grado di reggere l’onda d’urto del reale”
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Ma questa, conclude, è una legittima paura che definisce le mosse di un percorso “…
grazie al quale stiamo diventando migliori”
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Porsi delle domande, seguire le orme della paura, è quindi legittimo perché inevitabile, ma denuncia una strategia codina che non rappresenta l’adesione volontaria di ciascuno di noi ai vantaggi di una rivoluzione cui aderiamo quotidianamente, ogni volta che, ad esempio, consultiamo il nostro smartphone.
Il passaggio finale, cioè l’adesione volontaria, è il punto centrale intorno al quale gravita tutto il saggio.
Come se il passaggio definitivo fosse nelle pieghe di una mancata presa di coscienza di sé: se aderisco volontariamente, partecipando questa nuova civiltà, perché la critico?
Se, ad esempio, non so rinunciare alla velocità di risposta di una informazione in tempo reale, allora non posso criticarla per la sua superficialità.
Così come non possiamo criticare l’individualismo di massa della nostra società senza collocarlo in un processo che ha contrastato le élite ed ogni intermediazione culturale e sociale.
Iceberg – apologia della semplicità
Baricco, nelle pagini centrali del libro, fa riferimento al video di Steve Jobs di presentazione dell’Iphone.
“
Simple. Very simple. Very very simple” dice Jobs presentando lo smart phone che avrebbe rivoluzionato il mondo.
Uno strumento che consente, con un gesto, di far partire una canzone, scattare una fotografia, consultare il web, leggere un libro, ed altro ancora.
Quello che Jobs voleva sottolineare, annota Baricco, è che nell’iPhone processi complessi convergono in un gesto finale, semplice!
“very very simple”.
Come in un iceberg nel quale la complessità scompare sotto il pelo dell’acqua.
L’immagine dell’iceberg viene quindi assunta come paradigma di due opposte figure mentali.
Quella novecentesca, un iceberg capovolto, nella quale domina la complessità, e quella digitale, del Game, nella quale “l’essenza dell’esperienza” … sceglie “la superficie come suo habitat.
Conclusione provvisoria
Credo che la profonda verità del libro non debba essere ricercata negli appunti critici o apologetici della società digitale, ma, secondo l’intento dichiarato, nel viaggio conradiano dell’autore alla ricerca di sé nel dispiegarsi di una società “altra” misteriosa e irresistibile.
Un viaggio che ciascuno di noi, della vecchia generazione, dovrebbe fare per rivalutare la propria adesione o meno ad un modello sociale che ha capovolto tutti i valori “novecenteschi” che rappresentano la nostra cultura, ovvero la cultura dei padri.
Conclusione definitiva
Nei suoi passaggi descrittivi “The Game” si conferma descrizione fenomenologica dei passaggi che hanno caratterizzato la nascita e l’affermarsi della nuova società.
Può quindi essere utilizzato come guida operativa precritica per orientarsi e governare il “nuovo mondo” che diversamente possiamo solo volontariamente subire.
Pragmatismo o autocoscienza?
Le strade sono quindi due: o lo si accetta ed utilizza acriticamente, affinché ci insegni le regole che governano il mondo digitale, o lo si assume come riflessione autocritica, in questo caso generazionale (la generazione dei padri appunto), per riacquisire ruolo e riaprire un dialogo con le generazioni dai millenials in poi.
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Fonte:
1Alessandro Baricco, the Game – Einaudi 2019 – pag. 14
2Ibidem – pag. 17
3Ibidem – pag. 17
4Generazioni a confronto:
- Baby Boomer (1945-1960) - boom economico e demografico;
- Generazione X (1961-1980) – consumismo;
- Millenials (1981-1995) – i nativi digitali;
- Generazione Z - nati fra il 1995 e il 2010, è la generazione dei social.
Autore:
Roberto Circià
Roberto Circià, laureato in Filosofia, da circa 25 anni si occupa di editoria medico scientifica e progetti innovativi di comunicazione e formazione.
Attualmente è Amministratore Unico di SICS.