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#LeaveNoOneBehind: Giornata Mondiale della Sindrome di Down

#LeaveNoOneBehind: Giornata Mondiale della Sindrome di Down

Quando tutti noi, non solo qualcuno di noi, avremo più opportunità a scuola, nel lavoro, nella vita sociale, solo allora avremo davvero dei motivi per festeggiare. Non lasciate indietro nessuno


Lo scorso 21 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale della Sindrome di Down con tema “Leave no one behind” di CoorDown Onlus (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down). L’associazione ha lanciato la campagna di sensibilizzazione internazionale “Reasons To Celebrate” per denunciare quanto ancora siano lontani gli obiettivi di pieno rispetto dei diritti e uguale accesso alle opportunità per tutte le persone con sindrome di Down.
 

La sindrome di Down

La sindrome di Down è una condizione genetica caratterizzata da un’anomalia cromosomica e rappresenta la causa più frequente di ritardo mentale, più o meno grave. Conosciuta anche come Trisomia del cromosoma 21, si tratta di una sindrome dovuta a un difetto genetico congenito e non ereditario che, nella maggior parte dei casi, insorge in modo spontaneo durante lo sviluppo dei gameti o subito dopo il concepimento.

Attualmente non esistono statistiche esatte su quante siano le persone con Sindrome di Down. In Italia, secondo i dati che abbiamo, un bambino ogni 1.200 nati ne è affetto. Si tratta di circa 500 nascite all’anno, per un totale di 38.000 persone nel nostro Paese.

La routine impossibile da raggiungere

Andare a scuola, praticare uno sport, uscire con gli amici, trovare un lavoro, vivere in autonomia una volta diventati adulti, sono attività di routine per la maggior parte della popolazione ma le cose cambiano, e di molto, quando si parla di persone con Trisomia del cromosoma 21. A partire dall’istruzione, per cui non sempre ci sono tutti i supporti e sostegni adeguati, anche l’accesso al lavoro non è così semplice e ad avere contratti idonei sono solo in pochi, con enormi differenze tra Nord e Sud e grandi e piccoli centri del Paese. Anche vivere una relazione sentimentale, costruire una vita indipendente e raggiungere l’autonomia abitativa rappresentano diritti fondamentali ancora troppo spesso negati a causa di supporti inadeguati, di pregiudizi sociali e di basse aspettative.

Da qui nasce la necessità di dare voce a queste persone e alle loro esigenze. Molte sono state le campagne di comunicazione svolte in tutta Italia:
  • il DownTour promosso da AIPD (Associazione Italiana Persone Down), è un’iniziativa nata con l’obiettivo, da 40 anni, di “combattere un’unica malattia: il pregiudizio”;
  • Calzini spaiati, è l’iniziativa lanciata anni fa dalla fondazione Jérôme Lejeune e World Youth Alliance che quest’anno è tornata in voga e che consiste nel postare in rete foto con l’hashtag #SocksBattle4DS per comunicare che “essere diversi è normale”;
  • Io come voi è invece la campagna promossa da AGBD Onlus, importante centro veronese di riabilitazione di bambini e ragazzi Down, che attraverso un’esposizione fotografica lancia il messaggio “cambiate il vostro modo di guardare, scoprite le normalità dei nostri bambini e…perché no, anche le vostre disabilità”.

#LeaveNoOneBehind

Tra le tante campagne promosse in questa occasione vi è quella di CoorDown Onlus, Reasons to celebrate. Come molte altre campagne strutturate con lo stesso stile, anche questa suscita emozioni che fanno riflettere su un’importante problema che oggi migliaia di persone hanno: “non abbiamo molti motivi per festeggiare”.

La campagna video racconta di tre giornate istituite dalle Nazioni Unite che si festeggiano il 21 marzo: la giornata mondiale della Poesia, la giornata internazionale del Nowruz, che celebra l’inizio della primavera, e la giornata internazionale delle Foreste. Momenti felici, immagini meravigliose che si spengono quando una persona con sindrome di Down ricorda che il 21 marzo è anche la sua giornata ma che, a differenza delle altre tre giornate internazionali, “non abbiamo molti motivi per festeggiare”. Perché fino a quando anche una sola persona non avrà le stesse opportunità di studiare, lavorare e partecipare attivamente alla vita sociale, non ci sarà ragione di festeggiare. Di conseguenza la Giornata mondiale sulla sindrome di Down rimane una giornata per affermare che l’inclusione sociale, in ogni aspetto della vita, sarà davvero da festeggiare solo quando non ci sarà nemmeno una persona con sindrome di Down lasciata indietro ed esclusa dalla scuola, dal lavoro, dalla vita sociale.
 

Fonti:
Autore:

Marta Latini

Marta Latini

Marta Latini è social media manager presso PKE srl, società nata per gestire i data base delle professioni sanitarie e la creazione di comunità profilate sulla rete Internet; laureata in biotecnologie farmaceutiche presso l’università degli Studi di Milano, ha implementato le sue conoscenze frequentando il master in management del settore Sanità Pharma e Biomed presso 24orebusiness school

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