Loghi e brand: ecco cosa si nasconde dietro un simbolo
Barilla -
Carrefour -
Amazon -
Unilever -
Toyota
Il
logo è il
“volto” di un’azienda o di un’organizzazione e ha l’importante compito di racchiuderne il carattere distintivo e i valori chiave per comunicarli all’esterno. Il logo non è solamente un simbolo grafico ma l’essenza della brand identity.
Philip Kotler e
Waldemar Pfoertsch spiegano che quando un logo non riesce a comunicare ciò che l’azienda rappresenta è un’opportunità sprecata.
Vediamo insieme alcuni esempi.
Il primo logo Barilla, disegnato
nel 1910 dallo scultore Emilio Trombara, raffigurava infatti il momento della preparazione dell’impasto. Barilla con questo logo sceglie di focalizzarsi sul processo di preparazione della pasta piuttosto che sul prodotto finito e sulla presenza della dimensione manuale umana.

Negli anni ’30 il logo Barilla viene ridotto alla semplice espressione del nome Barilla. Il nuovo logotipo è una firma che focalizza l’attenzione sul nome dell’azienda e della famiglia, impegnandosi a offrire una garanzia di continuità. Le numerose varianti tipografiche della scritta del nome Barilla hanno in comune il fatto di non aver sovrastrutture che distraggano dal focus sul nome.

La modifica più rivoluzionaria che si avvicina al logo di oggi è quella fatta da
Erberto Carboni nel 1956. Nel nuovo logo di Carboni viene ripreso il
riferimento all’uovo ma in modo geometrico e astratto. Nel 2002 il logo cambia ancora, un bagliore lo rende ancora più moderno ed attuale.
Ad inizio 2022, è apparsa sui canali social del brand una nuova versione del logo, seppur non ancora ufficializzata. Barilla, infatti, ha
abbandonato il logo storico caratterizzato dall’iconico “uovo” per dare spazio a un marchio minimale coerente con gli attuali trend grafici.

Il nuovo logo presenta il nome dell’azienda, realizzato con lo stesso carattere tipografico dei precedenti, su uno sfondo rosso spento. Al di sopra compare la scritta “dal 1877”, a sottolineare la
storicità del brand.
Riuscirà questo nuovo logo a mantenere la riconoscibilità dell’azienda sul mercato?

Il nome in italiano significa “incrocio”
, concetto espresso nel logo del marchio che però non risulta immediatamente percepibile da chi l’osserva. La catena di supermercati deve il suo nome al suo
primo punto vendita, nato per la prima volta nel 1960 nella città francese di
Annecy, proprio all’
incrocio tra due strade.
Il suo logo continua a risultare difficile da comprendere a primo sguardo: cos’è una freccia o una freccia? In realtà, però, riprendendo i colori della bandiera francese, rappresenta in negativo una
“C” bianca all’interno di un rombo rosso e blu.

Il primo logo dell’azienda era composto solamente dalla
lettera “A”, attraversata al centro da una
strada bianca che aveva lo scopo di indicare le nuove vie che l’azienda stava imboccando. Ai tempi l’attività di Amazon si limitava soltanto alla
vendita di libri, ma con il passare degli anni si estese anche al commercio di qualsiasi tipo di prodotti, trasformando Amazon nel colosso che è oggi. Il logo, dunque, rifletteva perfettamente il cambiamento aziendale in corso.
Nel 2000, per comunicare il
nuovo posizionamento dell’azienda sul mercato si decise di passare a un logotipo caratterizzato dal
nome del brand scritto per intero e da una
freccia arancione.
Quest’ultima, in particolare, nasconde due significati:
- Parte dalla lettera “A” e punta alla lettera “Z”, come a significare che sul sito di Amazon è possibile trovare proprio di tutto, dalla A alla Z;
- Può sembrare un sorriso, quello del cliente soddisfatto del servizio reso da Amazon.
La lettera iniziale di Unilever non è solo una semplice lettera. Guardandola attentamente infatti appare ricca di
dettagli ed elementi collegati al brand. In totale, il logo comprende
venticinque elementi ognuno dei quali rappresenta una specifica dimensione del business aziendale, per esempio la mano rappresenta i prodotti relativi a igiene e bellezza, la bocca è simbolo di comunicazione e trasparenza aziendale mentre la colomba è simbolo di libertà e autostima.

Inizialmente, il nome iniziale del brand era “
Toyoda” e solo successivamente venne modificato in “Toyota”. Oltre a una questione di suono, una delle spiegazioni per giustificare questo cambiamento viene riportata chiaramente sul sito del brand: Toyoda in giapponese si scrive con dieci colpi di pennello,
Toyota, invece, si scrive con soltanto
8 colpi, numero che in Giappone è associato alla
fortuna. Il nome, quindi è stato modificato ufficialmente per pura scaramanzia.
Attualmente il simbolo riprende la forma del volante, che raffigura il mondo che abbraccia Toyota.
Fonti e approfondimenti
Autore:
Maria Chiara Anigello
Maria Chiara Anigello è Junior Digital Strategist presso PKE srl, società nata per gestire i database delle professioni sanitarie e la creazione di comunità profilate sulla rete internet, laureata in biologia e applicazioni biomediche presso l’Università di Parma. Dopo l’esperienza come Product Specialist, ha implementato le sue conoscenze frequentando il master in Management del settore Sanità, Pharma e Biomed presso la 24ORE Business School di Milano.
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