I colori sono da sempre una componente fondamentale della nostra comunicazione al punto di essere diventati parte integrante di espressioni idiomatiche quali “essere al verde”, “avere il sangue blu”, “un film giallo”, “cronaca nera”, “assegno in bianco” ecc …. In qualche modo i colori esprimono autonomamente dei concetti o delle emozioni, diversi studi parlano di questo e se navigate un po’ in internet troverete un mondo di informazioni relativamente ai colori e alla psicologia e di conseguenza alla capacità che le scelte cromatiche hanno nell’influenzare le persone; vi cito solamente un paio di esempi di ciò che si può reperire online: C.G. Jung e M. Lüscher.
“C.G. Jung studiò i tipi psicologici a partire dagli atteggiamenti, di introversione o di estroversione e dalla loro combinazione con la funzione dominante. Jung pensava a quattro funzioni dominanti: pensiero, sentimento, sensazione, intuizione. … Le funzioni dominanti sono espresse da colori: l’azzurro, colore del cielo, è associato al pensiero, il rosso, il colore del sangue e della passione, è da Jung associato al sentimento; il giallo, colore della luce, dell’oro, all’intuizione; il verde il colore della natura e della crescita alla sensazione. Jung avanzò l’ipotesi che la preferenza individuale per determinati colori abbia corrispondenze con la funzione che caratterizza il proprio tipo psicologico.”1
Max Lüscher è uno psicoterapeuta, sociologo e filosofo Svizzero, nato nel 1923 che una quarantina di anni fa scrisse il libro “The Lüscher color test” sostenendo come sia possibile analizzare lo stato d’animo di una persona sulla base della sua preferenza di colori. In sintesi “sceglieremo o rifiuteremo un colore in base al nostro stato psicofisiologico: – se il colore è in sintonia con il nostro stato psicofisiologico diremo che ci piace, se invece è in discordanza, diremo che non ci piace. Quindi, in base alle preferenze e ai rifiuti, è possibile dedurre lo stato psichico e fisiologico della persona.”1
Veniamo ora al marketing, abbiamo capito che colori e stato psicofisico sembrerebbero collegate ma questo collegamento ha impatto anche sulle decisioni di consumo? Uno studio dell’università di Winnipeg in Canada2 sostiene che la gente si fa un’ idea su un prodotto in circa 90 secondi e, in una percentuale che va dal 62 al 90% dei casi, basa la sua impressione esclusivamente sul colore! Sempre questo studio analizza come il colore si sia associato negli anni ad aspetti di alimentazione e salute, ad aspetti culturali e religiosi (l’arancione è il colore sacro per gli Indù ad esempio) e sicuramente alle emozioni e di conseguenza al marketing. Come non pensare ad alcuni colori che associamo automaticamente ad alcuni brand, pensate a Coca-Cola, ad Heineken, a Ikea ecc. se volete provare a divertirvi un attimo identificando alcuni web-brand semplicemente sulla base del colore provate a spendere qualche minuto nello svolgere il “Button Test” proposto da Marc Hemeon , lo potete trovare qui.
Quando disegniamo un sito web o una pagina pubblicitaria pensiamo realmente all’impatto dei colori o magari pensiamo che tra la teoria e la pratica ci sia un abisso? Vi cito un solo esempio, hubspot qualche anno fa fece un A-B test per cercare di dirimere un dubbio sul colore da assegnare ad un button in modo da massimizzare il numero di conversioni, decisero di presentare due schermate identiche se non per il fatto che la CTA (Call to Action) era posizionata in un caso sul bottone verde e in un altro caso su quello rosso. L’ipotesi di partenza era che il verde si potesse associare a tematiche ecologiste, al semaforo verde, a concetti piacevoli; di contro il rosso si presenta solitamente come un colore passionale, di allerta, di stop ecc. Intuitivamente i ricercatori si aspettavano quindi , un miglior tasso di conversione sul tasto verde e invece … esattamente il contrario: il rosso ha battuto il verde di oltre il 20%! Questo non significa che tutti i bottoni associati ad una call to action debbano necessariamente essere rossi ma significa che sicuramente il colore influenza e, aggiungerei, è sempre meglio fare un qualche test anche su cose che ci sembrano intuitive! Concludiamo con alcune informazioni pratiche che possono essere reperite in una vecchia, ma ancora attuale, info-grafica di Kissmetrics che trovate qui.
Ricordiamoci che la cultura influenza il significato dei colori, pensiamo al bianco che per noi rappresenta ad esempio la purezza e che spesso associamo ad eventi quali il matrimonio; bene lo stesso colore per la cultura asiatica è collegato al concetto di morte che invece noi tipicamente associamo al nero; quindi, se stiamo studiando un sito o semplicemente una pubblicità per un cliente ricordiamoci sempre di approfondire la cultura di quella nazione.
Bibliografia
[1] Giuliana Proietti: http://www.psicolinea.it/la-psicologia-dei-colori/
[2] Satyendra Singh University of Winnipeg, Canada CURRENT RESEARCH DEVELOPMENT: Impact of color on marketing – 2006